A partire dal 1 gennaio 2025, tutte le strutture ricettive e gli immobili destinati ad affitti brevi saranno tenuti a possedere un Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questa nuova normativa, voluta dal Ministero del Turismo, mira a garantire maggiore sicurezza e qualità nel settore dell’ospitalità, rispondendo così alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Il Codice Identificativo Nazionale è un numero unico che identifica ogni struttura ricettiva e ogni immobile destinato ad affitti brevi. La sua introduzione è il risultato di un’analisi approfondita delle problematiche legate al fenomeno degli affitti brevi, che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni. Con l’aumento della domanda, sono emerse anche diverse criticità, come la concorrenza sleale, la mancanza di controlli e la difficoltà nel garantire standard minimi di qualità e sicurezza.
Il CIN permetterà di monitorare e regolamentare le strutture ricettive, fornendo un quadro chiaro e trasparente delle offerte disponibili sul mercato. Ciò contribuirà a combattere l’evasione fiscale e a garantire che tutti gli operatori rispettino le stesse norme.
L’assegnazione del CIN garantirà ai turisti che le strutture in cui decidono di soggiornare siano conformi agli standard di sicurezza e qualità stabiliti dalla legge. Questo rappresenta un passo importante verso la tutela dei diritti dei consumatori.
In concomitanza con l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale, è stato stabilito che tutte le unità immobiliari destinate alla locazione breve o per finalità turistiche devono rispettare nuovi requisiti di sicurezza. Questi obblighi, validi per le unità gestite sia in forma imprenditoriale che non imprenditoriale, sono volti a garantire una maggiore sicurezza per gli ospiti. Il termine per adeguarsi a tali requisiti coincide con la scadenza per l’acquisizione del CIN, e la sua assegnazione sarà subordinata alla presentazione di una dichiarazione che attesti la conformità alle nuove norme.
Questi i requisiti di sicurezza:
Tutte le unità immobiliari devono essere dotate di dispositivi che segnalino eventuali fughe di gas o la presenza di monossido di carbonio, per garantire un ambiente sicuro agli ospiti.
È obbligatorio che ogni unità sia fornita di estintori portatili a norma di legge per far fronte a eventuali incendi. La normativa prevede un estintore ogni 200 metri quadrati, con un minimo di un estintore per piano. Gli estintori devono avere una capacità estinguente minima di 13A e una carica di almeno 6 kg o 6 litri. Inoltre, devono essere sottoposti a controlli periodici secondo la norma UNI 9994-1 e le istruzioni del produttore.
Per le unità gestite in forma imprenditoriale, devono essere rispettati i requisiti relativi alla sicurezza degli impianti, come previsto dalla normativa statale e regionale.
Queste disposizioni non si applicano a strutture ricettive come alberghi, agriturismi e altre tipologie di strutture ricettive, che sono già soggetti a obblighi specifici in materia di sicurezza.
La normativa potrebbe incentivare una maggiore professionalizzazione degli affitti brevi, promuovendo così una gestione più sostenibile e responsabile delle strutture ricettive. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui il turismo sta cercando di riprendersi dopo le difficoltà legate alla pandemia.
I proprietari di immobili destinati ad affitti brevi dovranno adeguarsi a questa nuova norma, richiedendo il CIN presso le autorità competenti. Questo processo potrebbe comportare la necessità di alcuni investimenti per garantire che le strutture rispettino i requisiti richiesti. Tuttavia, l’ottenimento del CIN potrà anche rappresentare un valore aggiunto, aumentando la competitività e la visibilità delle strutture stesse.
La normativa introduce specifiche sanzioni per chi non rispetta gli obblighi relativi al Codice Identificativo Nazionale, che riguardano l’attivazione, la corretta esposizione e gli adeguamenti di sicurezza. I proprietari di immobili e titolari di strutture ricettive che non richiedono il CIN saranno soggetti a sanzioni comprese tra 800 e 8.000 euro, a seconda delle dimensioni dell’immobile o struttura. Chi non espone fisicamente il CIN all’esterno dell’immobile o struttura, o non lo riporta negli annunci pubblicitari, potrà incorrere in una multa che varia tra 500 e 5.000 euro per ogni violazione riscontrata, oltre all’immediata rimozione dell’annuncio irregolare. Se l’immobile non è dotato dei requisiti di sicurezza necessari (rilevatori di gas, monossido di carbonio e estintori), non solo non verrà assegnato il CIN, ma il proprietario potrà ricevere una sanzione tra 600 e 6.000 euro.
Dall’entrata in vigore di questa normativa, ci si aspetta un cambiamento significativo nel panorama degli affitti brevi in Italia e rappresenta un passo avanti verso una maggiore organizzazione e professionalizzazione del settore turistico. Con il supporto di tutte le parti coinvolte, questa iniziativa potrebbe contribuire a un futuro più sostenibile e trasparente per il turismo in Italia.