Secondo un’indagine del Codacons l’80% dei cittadini italiani sarebbe d’accordo. Il Centro Studi di Conflavoro PMI stima un risparmio di 2,7 miliardi di euro nel 2023
Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre le lancette dell’orologio dovranno essere portate indietro di un’ora. Ma, in questo momento di crisi energetica, sul passaggio all’ora solare il dibattito è aperto. Secondo le stime mantenere l’ora legale permetterebbe, infatti, un notevole risparmio sui consumi.
Una proposta fattibile dopo il via libera arrivato già quattro anni fa dall’Unione Europea. Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l’84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando liberi gli Stati membri di scegliere se optare per l’ora solare o legale.
“È giunto il momento che l’Italia si pronunci per il passaggio all’ora legale consentendoci di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno: la crisi energetica in atto deve far rompere ogni residuo indugio verso questa decisione che già risultava impellente in funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici dovuti alle emissioni in atmosfera”. Questo l’appello lanciato lo scorso settembre dal presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale. (Sima), Alessandro Miani.
L’indagine del Codacons
Il Codacons – che promuove a pieni volti la proposta della Sima di adottare l’ora legale permanente come forma di contrasto al caro-energia – ha annunciato una formale diffida al Governo affinché adotti al più presto la misura, pena un ricorso al Tar del Lazio per obbligare l’esecutivo a rinunciare al passaggio all’ora solare.
“Da circa 20 anni chiediamo di eliminare il passaggio da ora legale a ora solare, e in base ai nostri sondaggi l’80% dei cittadini italiani si dice contrario al cambio delle lancette dell’orologio da eseguire due volte l’anno – spiega il presidente Carlo Rienzi –. I costi relativi al passaggio all’ora legale a quella solare e viceversa sono decisamente superiori ai benefici: lo sfasamento di un’ora determina conseguenze sia a livello di umore, sia a livello fisico per circa il 15% dei cittadini, e produce disturbi del sonno in un bambino su due.
Il passaggio ora legale/ora solare, dunque, determina costi sociali e perdite produttive decisamente superiori ai benefici determinati dal cambio orario, e in questo momento di grave crisi energetica adottare l’ora legale tutto l’anno consentirebbe risparmi sui consumi di energia pari, secondo le stime Sima, a 500 milioni di euro l’anno.
Il risparmio del 2022 con l’ora legale
Guardando alle ultime previsioni diffuse da Terna, Gestore Nazionale della RTN, nel periodo di ora legale tra marzo e ottobre 2021 – quindi prima del caro energia – è stato stimato un risparmio di oltre 190 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora, con un ulteriore beneficio ambientale di riduzione di circa 200mila tonnellate di CO2.
Ovvero quanto serve ogni anno per il fabbisogno di circa 150mila famiglie. Negli ultimi quindici anni, il minor consumo di elettricità dato dall’introduzione dell’ora legale per l’Italia ammonta a 10 miliardi di kilowattora, per un totale di 1,8 miliardi di euro risparmiati
Mantenere l’ora legale conviene
Da una ricerca realizzata dal Centro Studi di Conflavoro PMI emerge che mantenere l’ora legale farebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità. Sarebbe, dunque, secondo Conflavoro una strategia utile ad ammortizzare in parte il caro energia che sta mettendo in difficoltà molte famiglie italiane e molte imprese del Paese.
“Facciamo un esempio pratico: a Roma, quando l’ora solare è in vigore, il 21 dicembre (il giorno più corto dell’anno) il sole tramonta alle 16.42. Con quella legale – spiega Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro PMI – diventerebbero le 17.42. È vero che l’alba dello stesso giorno verrebbe spostata alle 8.34, anziché alle 7.34, ma il risparmio di consumi e luce elettrica sarebbe comunque maggiore visto che alle cinque di pomeriggio la gran parte delle attività lavorative è ancora in pieno svolgimento”.
Eseguendo un calcolo spannometrico, ipotizzando che nel periodo in cui vige l’ora solare si applicasse l’ora legale (30 ottobre – 26 marzo, per un totale 147 giorni), si acquisterebbe un’ora di luce naturale al giorno in più, per un totale di 147 ore. Considerati gli attuali prezzi, determinerebbe nel nostro Paese – rileva Conflavoro – risparmi sui consumi di energia ipotizzabili in 2,7 miliardi di euro per il 2023. Si tratta di una stima basata sull’ultimo fabbisogno energetico certo (dati del gestore al 2021) pari a 318,1 miliardi di KWh rinnovabili comprese (i primi 8 mesi del 2022 hanno già registrato una media di fabbisogno mensile di 25,9 miliardi di KWh) calcolati sul prezzo oggi nel mercato tutelato da Arera, ossia 0,51 euro/KWh calcolato al momento per il mese di ottobre 2022.
“Mantenere l’ora legale potrebbe quindi certamente contribuire a scongiurare tutte quelle misure pratiche di emergenza – conclude Capobianco – come la riduzione degli orari di lavoro, lo spegnimento anticipato e l’accensione posticipata dell’illuminazione e, nei casi peggiori, gli eventuali distacchi che le imprese potrebbero trovarsi costrette ad attuare per tamponare le criticità della situazione. Per questo facciamo appello al governo perché valuti con molta rapidità i benefici di questa proposta”.
Abolizione dell’ora solare: la mozione di FI
“Ho chiesto all’amministrazione regionale, con una mozione consiliare, di attivarsi con il Governo centrale affinché vengano adottate misure tese al contenimento dei costi tra cui quella legata all’abolizione del passaggio all’ora solare”. È quanto ha annunciato la capogruppo regionale FI, Jessica Marcozzi. “La grave crisi energetica sta comportando, in tutta Italia così come nelle Marche, rincari astronomici sul costo della corrente elettrica – spiega l’esponente di FI – che rischiano di provocare conseguenze devastanti sui bilanci di famiglie e aziende che, impossibilitate a far fronte ai pagamenti, vanno incontro anche ad eventuali distacchi della corrente elettrica con incalcolabili conseguenze sulla conduzione della vita domestica e delle attività lavorative e produttive.
Non possiamo ignorare il fatto che stiamo per entrare nella stagione autunnale dove le giornate si accorciano progressivamente e a breve avverrà anche il cambio dell’ora, che passerà da legale a solare, dunque con le lancette spostate indietro di un’ora, e che la possibile abolizione del cambio di ora è al vaglio da anni da parte delle autorità governative centrali. Sono numerose le attività, delle più svariate tipologie, al vaglio o adottate da Enti e Pubbliche Amministrazioni, per contenere i consumi di energia elettrica.
Si va dall’ipotesi di rientri pomeridiani a scuola, con l’istituzione della cosiddetta ‘settimana corta’ all’anticipo dell’inizio della giornata lavorativa per i dipendenti dei Comuni sopprimendo i rientri pomeridiani, dallo spegnimento anticipato e accensione posticipata dell’illuminazione pubblica fino allo spegnimento di illuminazione pubblica negli arredi urbani fino alle luci più soffuse nei pubblici esercizi.
In questo contesto l’ora solare tornerà in vigore nella notte fra sabato 29 e domenica 30 Ottobre 2022, quando le lancette dovranno dunque essere spostate un’ora indietro, dalle 3 alle 2. Ciò comporterà fisiologicamente – ricorda Marcozzi – la perdita di un’ora di luce al pomeriggio e nelle ultime settimane, proprio a causa del caro energia, sta tornando alla ribalta l’idea di mantenere per sempre l’ora legale per poter risparmiare. Per questi motivo ho chiesto all’amministrazione regionale di attivarsi al riguardo per quanto di sua competenza”.
Fonte: Quifinanza.it