E’ la prima volta dal lontano 1945 (Decreto Legislativo Lugotenenziale 12 Ottobre 1945 n. 669) che un Governo ha il coraggio di non prorogare gli sfratti. Finalmente – dopo tutte le battaglie che l’UPPI ha posto in essere avverso gli iniqui ed immotivati provvedimenti di proroga – nel testo del Milleproroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non vi è traccia di una proroga del blocco degli sfratti. Forse qualcosa sta veramente cambiando, e forse l’atteggiamento nei confronti dei proprietari immobiliari per la prima ha un ché di umano. O forse si è compreso che una ennesima proroga, dopo anche le pronunce della Corte Costituzionale in merito, non sarebbe stata ulteriormente sopportata dai proprietari di immobili. Il Ministero ha fatto sapere che il mancato rinnovo della proroga consegue alla approvazione del decreto casa e dell’incremento dei fondi per la morosità incolpevole.Questo appare un inizio per affrontare seriamente il problema casa che per lo Stato non pareva essere un problema, o se era un problema era risolvibile molto semplicemente con la solita proroga. E allora bene ha fatto il Governo a fare tintennare un campanello che sicuramente farà meditare le parti, particolarmente le organizzazioni sindacali degli inquilini, ed in maniera diversa dal semplice appoggiarsi ad un provvedimento tanto iniquo quanto profondamente incostituzionale quale era la proroga degli sfratti, e magari le farà finalmente sedere ad un tavolo quanto meno ponendosi al pari della proprietà. I proprietari di case non possono essere gli unici a pagare, per le pur giuste esigenze sociali di assicurare la casa ad alcune categorie disagiate, ed era indegno per uno Stato di diritto e che vuole considerarsi democratico, continuare ad approvare un blocco degli sfratti e/o di reintroduzione di una nuova forma di graduazione della data di esecuzione fissata dal magistrato. Solo l’attuazione di politiche abitative indirizzate anche alla protezione e all’edilizia pubblica possonodare inizio ad un tentativo di risoluzione del problema casa al quale i proprietari di casa possono senza dubbio contribuire. L’UPPI si dichiara pertanto a disposizione per intavolare una seria trattativa che tenga conto che il diritto alla casa è alla proprietà sono diritti costituzionalmente garantiti. In ogni caso l’UPPI non abbasserà la guardia e non perderà l’attenzione sul punto al fine di evitare che ciò che ha posto in essere il Governo sia un vero inizio di cambiamento e non solo un semplice palliativo per dare un contentino ai proprietari di casa dopo l’ennesima stangata che essi hanno ricevuto dalla iniqua tassazione che li sta soffocando.
Il Presidente Nazionale
Avv. Gabriele Bruyère