I costruttori edili ipotizzano incentivi stabili per 10 anni, miglioramento energetico di almeno 4 classi e mantenimento del Sismabonus acquisto con aliquota maggiorata
Nuovo Superbonus stabile per 10 anni con aliquota del 70% per tutti e 100% per gli incapienti, miglioramento energetico di almeno 4 classi, se possibile, mantenimento del Sismabonus acquisto e stessa struttura di controlli.
Così l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) immagina il nuovo sistema di detrazioni fiscali per incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio.
Nuovo Superbonus al 70% o 100%, mutui verdi e Sismabonus acquisto
In un elenco composto da 11 punti, Ance traccia le linee guida di quello che, a suo avviso, dovrebbe essere il nuovo Superbonus, cioè il nuovo sistema di detrazioni fiscali.
Secondo Ance, il nuovo Superbonus dovrebbe avere un’aliquota del 70% a regime, elevata al 100% solo per gli incapienti.
Per dare maggiore stabilità al mercato, il nuovo Superbonus dovrebbe avere un orizzonte temporale almeno decennale. Sarebbero poi i contribuenti, a loro discrezione, a scegliere se fruire della detrazione in 5, 10 anni o 20 anni. Ance ipotizza inoltre mutui verdi per finanziare la quota a carico delle famiglie.
Il nuovo Superbonus dovrebbe porsi obiettivi più stringenti, con un miglioramento energetico di almeno quattro classi per gli edifici ricadenti nelle attuali classi E, F e G, laddove tecnicamente possibile.
I lavori antisismici dovrebbero invece raggiungere un miglioramento sismico di almeno una classe di rischio, nelle zone 1, 2 e 3. Ricordiamo infatti che il Superbonus, al contrario del Sismabonus, non ha mai posto il vincolo del miglioramento di una o due classi di rischio sismico.
Secondo Ance, poi, andrebbe mantenuto il Sismabonus acquisti con aliquota maggiorata, che invece è scaduto ed è rimasto in vigore fino al 2024 con le aliquote ordinarie del Sismabonus.
In linea con le norme in vigore, Ance ritiene che il nuovo Superbonus debba agevolare gli interventi sugli edifici unifamiliari solo se destinati ad abitazione principale.
Ance chiede di ripristinare lo sconto in fattura e la cessione del credito solo per gli interventi realizzati su interi edifici.
I costruttori ritengono infine che andrebbero mantenuti controlli, massimali, asseverazioni e sistema di qualificazione attualmente previsti per gli interventi del Superbonus.
Nuovo Superbonus e stato del patrimonio edilizio in Italia
Il nuovo sistema di incentivi, secondo l’Ance, consentirebbe di intervenire su circa 120mila edifici ogni anno, con un costo annuo per lo Stato di circa 20 miliardi.
Ance rileva che lo stock abitativo italiano è costituito da 12,2 milioni di edifici dei quali oltre il 70%, è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) e sull’efficienza energetica (1976).
Secondo l’Ance, “l’impianto normativo dell’ecobonus e sismabonus condomini del 2017 aveva posto, saggiamente e per la prima volta, la massima attenzione sulla necessità di riferire gli interventi a livello di edificio, abbandonando la logica individualistica degli incentivi precedenti, quasi esclusivamente concentrati sulla dimensione dell’abitazione. Purtroppo, i risultati in termini quantitativi sono stati molto al di sotto delle aspettative (2.800 edifici, in media d’anno). La ragione di tale scarso interesse è legata al costo di questi investimenti, che trova nei bilanci familiari un vincolo spesso insormontabile”.
Con il Superbonus, scrive Ance in una nota, sono stati riqualificati oltre 400mila edifici in due anni e mezzo.
Confrontando il numero di interventi di efficientamento energetico censiti da Enea, con il totale di edifici per i quali la riqualificazione energetica può risultare fattibile e conveniente, Ance stima che è stato riqualificato il 5% degli edifici, con una distribuzione diversa tra regioni del Centro Nord e del Mezzogiorno, differenza che trova spiegazione principalmente nelle differenze climatiche presenti nel Paese.
L’esperienza del Superbonus volge al termine, anche se deve essere ancora risolto il problema dei crediti incagliati. Tuttavia, ci sono obiettivi internazionali di efficientamento energetico da rispettare: la nuova sfida europea di riqualificare energeticamente l’intero patrimonio immobiliare per renderlo neutrale alle emissioni nocive entro il 2050.
Anche se non si sa come sarà strutturato il testo definitivo della nuova Direttiva europea, Ance sottolinea che per l’Italia questo obiettivo comporterà un numero di interventi, in media ogni anno, molto importante, che può essere raggiunto solo con un sistema di incentivi che renda sostenibile, dal punto di vista economico, la scelta delle famiglie italiane di intervenire sugli edifici in cui abitano.
Il mancato recepimento delle prescrizioni europee, aggiunge Ance, rischia di trasformarsi in un boomerang per il bilancio pubblico, a causa delle sanzioni che verrebbero applicate a seguito della inevitabile procedura di infrazione.
Fonte: Edilportale.it