Reddito energetico 2023 per il fotovoltaico, cos’è e chi può richiederlo

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Il reddito energetico 2023 è un contributo a fondo perduto per l’installazione di pannelli fotovoltaici rivolto principalmente alle famiglie a basso reddito. Questo bonus consente di poter coprire le spese per gli impianti praticamente a costo zero ed è finanziato dagli enti locali (dopo la Puglia si sono mosse in tal senso anche Lazio e Sardegna), visto che l’energia prodotta in eccesso dalle famiglie viene poi destinata alle Regioni e ai Comuni. Scopriamo tutti i dettagli al riguardo, come funziona e a quanto ammontano i contributi.

Chi può usufruire del reddito energetico?

Va specificato che il reddito energetico 2023 non è una misura erogata direttamente dallo Stato e quindi varia a seconda delle Regioni che hanno deciso di stanziare fondi per questo tipo di contributo a fondo perduto. Per richiederlo è necessario rientrare in determinati parametri e requisiti, come ad esempio non superare alcuni limiti di reddito Isee e la residenza anagrafica dell’immobile dove verrà installato l’impianto coincida con quella del richiedente.

I proprietari, gli usufruttuari di unità abitative indipendenti, ma anche i condomini, possono beneficiare del reddito energetico se ottemperano ai requisiti previsti dalla normativa regionale, visto che il regolamento di riferimento varia a seconda regione di appartenenza. Scopriamo, quindi, quali sono le normative delle regioni che erogano questo contributo a fondo perduto.

Reddito energetico in Sardegna

Porto Torres è stato il primo comune a introdurre il reddito energetico, con ben 50 impianti fotovoltaici, generando un risparmio medio annuale in bolletta di 150 euro per famiglia. Inoltre, l’installazione di questi impianti ha prodotto 65 tonnellate di CO2 in meno, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale.

In Sardegna, la precedenza per usufruire del reddito energetico 2023 spetta alle famiglie che versano in condizioni di disagio socio-economico valutate sulla base del valore dell’indicatore Isee. Nel dettaglio, la precedenza viene data a:

  • nuclei familiari composti da cinque o più componenti, le giovani coppie e i nuclei familiari formati da anziani che abbiano superato il sessantacinquesimo anno d’età e i nuclei familiari con più di due figli minori;
  • nuclei familiari con almeno un componente affetto da invalidità o handicap riconosciuti dalle autorità competenti.

Reddito energetico nel Lazio

Nel 2023 la regione Lazio ha messo a disposizione 2 milioni di euro di fondi per il reddito energetico, mentre 5 milioni di euro sono saranno erogati nel 2024. Per richiedere il bonus bisogna rientrare nel tetto Isee di 35.000 euro. Il contributo a fondo perduto copre diverse spese legate all’acquisto, installazione, connessione, manutenzione, esercizio e assicurazione degli impianti.

Rientrano nella copertura del reddito energetico 2023 anche le spese delle pratiche amministrative, a patto che i beneficiari del bonus si impegnino a garantire e rispettino il funzionamento dell’impianto per almeno 20 anni, senza la possibilità di dismissione durante questo periodo.

Reddito energetico in Puglia

Per ottenere il reddito energetico in Puglia le famiglie richiedenti non possono superare il tetto Isee di 20.000 euro e soddisfare ulteriori requisiti, tra cui la presenza di nuclei familiari numerosi in cui sono presenti soggetti affetti da invalidità o handicap, anziani e giovani coppie. Ogni utente viene identificato da un punteggio, in modo da costruire una graduatoria sulla base della quale verranno erogati i vari benefici.

Quali incentivi ci sono per il fotovoltaico 2023?

In realtà, il valore del contributo a fondo perduto per reddito energetico 2023 varia in base al tipo di impianto fotovoltaico scelto e alla situazione economica del richiedente. L’importo del bonus, infatti, può raggiungere un massimo di 8.500 euro per i condomini, che includono anche i sistemi di accumulo di energia.

Come funziona il reddito energetico 2023?

Il reddito energetico è, sostanzialmente, una convenzione tra il beneficiario dell’incentivo, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e la regione di appartenenza. Il richiedente, infatti, sottoscrive una convenzione con il GSE per attivare il servizio di scambio sul posto dell’energia prodotta dagli impianti. In questo modo, l’energia prodotta può essere immessa nella rete elettrica, permettendo ai beneficiari di ottenere un credito sull’energia prodotta e non utilizzata.

Gli utenti, inoltre, devono cedere alla regione i crediti maturati eventuali verso il GSE. Ciò significa che i beneficiari del reddito energetico devono impegnarsi a cedere alla regione l’accumulo di energia eccedente attraverso lo scambio sul posto dell’energia prodotta, in modo che questi possano essere utilizzati per finanziare nuovi progetti e incrementare l’ammontare del reddito energetico.

Quanto paga il GSE a kW nel 2023?

L’energia che viene immessa in rete da un impianto fotovoltaico e successivamente prelevata di nuovo, viene pagata dal GSE con una tariffa variabile di circa 0,16 € a kWh. Attualmente, in regime di scambio sul posto paga circa 10 centesimi di euro per ogni kWh.

Quanto costa un impianto fotovoltaico da 6 kW con accumulo?

Stabilire con esattezza il prezzo è complicato, perché il valore può variare, anche molto, a seconda delle caratteristiche e dei materiali utilizzati. Tuttavia, con buona approssimazione, un impianto fotovoltaico da 6 kW con una batteria di accumulo può arrivare a costare dai 18.000 ai 25.000 euro.

Fonte: Idealista.it

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