Diversi sono i bonus confermati nel 2023 dalla manovra finanziaria, anche se molti di questi sono stati prorogati con modifiche rispetto agli anni passati: il governo Meloni, quindi, ha dato l’ok, ma con qualche variazione.
Vediamo, nello specifico, che cosa cambia.
I bonus confermati nel 2023 dal governo Meloni
Dopo l’approvazione della Camera, il testo della manovra finanziaria 2022/2023 è in attesa dell’ok definitivo da parte del Senato. Salvo colpi di scena e ulteriori richieste di modifica, però, possiamo dire già adesso quali sono i punti cardine su cui il governo Meloni ha deciso di investire.
Sul fronte bonus, come già accennato sopra, diversi sono quelli confermati dal nuovo esecutivo. Tra quelli di cui i cittadini potranno usufruire il prossimo anno, su cui non sembra ci sia l’intenzione di apportare modifiche o correzioni di alcun tipo, ci sono le agevolazioni per per le ristrutturazioni edilizie. In particolare, i bonus casa dovrebbero restare ed essere riconosciuti sempre sotto forma di sconto sulle tasse, quindi: i contribuenti che ristrutturano le abitazioni e le parti comuni di edifici residenziali situati nel territorio dello Stato possono detrarre dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) una parte delle spese sostenute per i lavori. La detrazione può essere richiesta per le spese sostenute nell’anno, secondo il criterio di cassa, e va suddivisa fra tutti i soggetti che hanno partecipato alla spesa e che hanno diritto.
L’agevolazione è rivolta ai contribuenti soggetti all’Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato, che sostengono le spese di ristrutturazione. Tra gli altri, possono usufruirne:
- i proprietari degli immobili oggetto dell’intervento;
- i titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili;
- gli inquilini;
- il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado);
- il convivente more uxorio (per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016).
I contribuenti possono detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per gli interventi di ristrutturazione realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, dell’arte o della professione, la detrazione spetta nella misura ridotta della metà. In generale, la detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.
Quali i bonus 2023 modificati dalla manovra
Sono molti di più, invece, i bonus confermati dal governo Meloni ma con qualche modifica rispetto al passato. Per esempio, i bonus sociali per luce e gas sono stati prorogati ma con un innalzamento della soglia Isee. Per andare incontro alle famiglie colpite dalla crisi e dall’inflazione, l’esecutivo ha deciso di riconoscere tale agevolazione a chi ha un reddito familiare minore a 15 mila euro (prima invece la soglia minima era di poco più di 8 mila euro, anche se ad aprile 2022 era stata già portata a 12 mila).
Diminuisce invece il tetto per la detrazione massima riconosciuta nel caso di accesso e riconoscimento del cd. bonus mobili. Nello specifico: nel 2023 si potrà usufruire di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione, tale agevolazione va ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 8 mila euro (prima tale soglia era stata fissata a 10 mila euro, mentre per 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è stato elevato a 16.000 euro).
Importanti modifiche sono state apportate anche al bonus cultura da 500 euro. Adesso, a partire dal 2023, l’agevolazione cambia aspetto: in manovra il bonus 18app si “sdoppia” e verrà riconosciuto tenendo conto del reddito familiare (tramite la cd.carta cultura giovani) e del merito (attraverso la cd. “carta del merito”).
Infine, la finanziaria ha confermato per il 2023 anche il bonus psicologo, ma anche questo con qualche modifica. Il contributo riconosciuto al singolo che ne fa richiesta – che può usufruirne sempre per un importo massimo di 50 euro a seduta – passa da 600 a 1.500 euro, tuttavia le risorse stanziate per finanziare l’agevolazione fino a esaurimento fondi sono decisamente minori questa volta: dai 25 milioni di euro messi a disposizione del governo nel 2022 si passa a 5 milioni di euro nel 2023.
Cambia anche il Superbonus nel 2023
Tra le agevolazioni più chiacchierate e discusse nell’ultimo periodo, il Superbonus è quello che – rispetto a quando è stato introdotto – ha subito più interventi di modifica. La detrazione del 110% delle spese sostenute – a partire dal 1 luglio 2020 – per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici è stata infatti ridotta, con un sistema a scaglioni che vedrà la percentuale di sconto diminuire già a partire dal 2023.
La legge di bilancio 2022 ha prorogato l’agevolazione, prevedendo scadenze diverse in funzione dei soggetti che sostengono le spese ammesse. In particolare, il Superbonus spetta, fino al 31 dicembre 2025, nelle seguenti misure:
- 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;
- 70% per le spese sostenute nel 2024;
- 65% per le spese sostenute nel 2025.
Le nuove regole valgono per i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte e professione, per gli interventi su edifici composti da due a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche. Sono compresi gli interventi effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all’interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, nonché quelli effettuati su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione.
Inoltre, la detrazione va ripartita in quattro quote annuali di pari importo:
- fino al 31 dicembre 2022 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati da persone fisiche sugli edifici unifamiliari, a condizione che al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo;
- fino al 31 dicembre 2023 (con detrazione al 110%), per gli interventi effettuati dagli Iacp (ed enti con le stesse finalità sociali) su immobili, di proprietà o gestiti per conto dei comuni, adibiti a edilizia residenziale pubblica, a condizione che al 30 giugno 2023 siano stati eseguiti lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo. Stessa scadenza anche per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi su immobili assegnati in godimento ai propri soci.
In alternativa alla detrazione, si può beneficiare del Superbonus tramite un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Tale scelta dovrà essere comunicata all’Agenzia delle entrate, utilizzando il modello allegato al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 3 febbraio 2022.
Fonte: Quifinanza.it