Le quotazioni degli immobili sono in continua discesa. Un vero e proprio tracollo che coinvolge particolarmente Reggio Calabria e la sua provincia
Le quotazioni immobiliari a Reggio Calabria e provincia registrano una vistosa diminuzione. A lanciare il grido d’allarme l’UPPI (Unione piccoli proprietari immobiliari dei Reggio Calabria) e Federproprietà che nel corso di una riunione direttiva, con dati alla mano e grazie a studi di esperti del campo immobiliare, hanno messo evidenziato che i prezzi del mattone sono ancora in continua discesa e in modo particolare nella città di Reggio Calabria e la sua provincia.
Infatti da un esame dei dati pubblicati dall’osservatorio e del mercato immobiliare dell’agenzia delle Entrate sezione territorio, effettuando una comparazione del valore degli immobili, è stato riscontrato come nel corso degli anni si è registrato un netto decremento. Per esemplificare prendendo il valore massimo di un’abitazione di tipo economico del centro storico della città dello stretto del 1° semestre dell’anno 2023, dalle quotazioni del periodo si legge che il suo valore per metro quadro è pari a 1750 euro, mentre per la stessa tipologia di immobile nel 1 semestre dell’anno 2014 il suo valore era nettamente superiore pari a 2050 euro per metro quadro.
Dai dati dell’Omi pubblicati ufficialmente, si evince anche che per alcune categorie di immobili, in modo particolare per quelli commerciali di categoria C, in alcune zone di Reggio Calabria, per esempio, si notano negli ultimi dieci-quindici anni degli abbassamenti di valori che possono superare anche il 60-65%, quindi è un vero e proprio decremento. Si può notare per esempio che il valore unitario nel 2007 e 2008 dei negozi in determinate zone era di 3.380-3.400 al metro quadrato, oggi quel valore si è ridotto a 1100 euro
Un tempo avere una casa di proprietà era il sogno di tutti, oggi purtroppo il mercato immobiliare è inesistente, non si investe più nella casa. Chi l’ha comprata ha perso negli anni il proprio potere di acquisto e la conseguenza è che non si investe più sugli immobili, al massimo si compra solo la prima casa.
Le cause di questo tracollo immobiliare che si registra in modo particolare a Reggio Calabria vanno sicuramente ricercate sulla situazione attuale e prospettica dal punto di vista demografico, economico, lavorativo. Mancanza di servizi, burocrazia, elevata, tassazione, Imu Tari e canone idrico alle stelle gravano sui proprietari immobiliari, sul privato cittadino, ma soprattutto sulle attività commerciali. Tutto questo ha aggravato la situazione economica in cui versa la città. Un abbassamento delle tasse consentirebbe a tutti di pagare, soprattutto alle attività commerciali e faciliterebbero quindi lo sviluppo economico. Ad incidere in modo significativo al decremento è anche lo spopolamento soprattutto dei piccoli centri della provincia reggina, a causa della mancanza di offerte di lavoro, con un continuo esodo di giovani che partono per trovare fortuna al nord e all’estero.
Altra causa significativa è anche l’incertezza che deriva dalla nuova Direttiva Europea “Case Green” che ha indicato il 2030 come anno limite entro il quale mettere a norma gli edifici, che andrebbe a impattare negativamente sul mercato immobiliare, deprezzando fortemente gli immobili con le classi energetiche più basse, che non sarebbero in grado di soddisfare i nuovi standard minimi di efficienza energetica. La conseguenza che ne deriverebbe sarebbe quella legata alle eventuali sanzioni per gli edifici non a norma che verrebbero considerati, dal 2030, non vendibili e non affittabili. La possibilità di introdurre sanzioni sarebbe però una decisione esclusiva dei singoli Paesi membri. Quindi in questo caso sarà l’Italia a decidere autonomamente le limitazioni alla vendita o all’affitto per chi non ristruttura.
Perché si è arrivati a questo punto in dieci anni a Reggio Calabria, una città che ha delle prospettive dal punto di vista culturale, scientifico, turistico ed enormi potenzialità? Tra le proposte ed iniziative per contrastare questo fenomeno indirizzate alla politica ed istituzioni, suggerite dall’ Uppi e Federproprietà, è studiarne a fondo le cause e capire quale è la vera vocazione della città, programmando avendone conoscenza e visione.
Si potrebbe cominciare con l’istituzione di un laboratorio di tecnici ed esperti sul modello di quanto fatto a Genova. Un laboratorio urbanistico perché per progettare la città si parte principalmente dall’urbanistica, non individuando soltanto quelle che sono le zone da sviluppare ma anche e soprattutto cercando di capire quali siano le effettive priorità della città.
Gli ordini di ingegneri, degli architetti e l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria hanno certamente le conoscenze e le qualità tecniche per poter costituire un laboratorio di questo tipo che progetti, individuando quelli che sono appunto gli strumenti e analizzando tutto quello che si può costruire e che si può migliorare in funzione dello sviluppo della città. Ma deve essere anche la politica che poi deve fare queste scelte e a costituire questo laboratorio sul modello di quello che è stato realizzato a Genova. Questa città oggi come oggi non offre niente, pur avendo delle potenzialità enormi. Il clima, il paesaggio, il mare che è una ricchezza, risorse che non vengono sfruttate, ma non è solo il turismo, bisogna potenziare, per esempio, tutte quelle che sono le strutture a cominciare dalla sanità e dai servizi per il cittadino. Bisogna avere una visione appunto, di quella che deve essere la città, dove ci sono appunto tantissime cose che vanno studiate e che possono contribuire al suo sviluppo in modo che i giovani possano trovare un’attrattiva.
Si rende necessario quindi affrontare al più presto la questione e fare emergere le criticità, per questo motivo le istituzioni e la politica devono trovare una soluzione urgente per arginare la grave situazione del crollo del valore degli immobili con una seria programmazione e provvedimenti.